Incuneata tra i comuni di Montecompatri, Monte Porzio, Frascati e Grottaferrata, l’area archeologica di Tusculum è, oggi, il cuore storico e culturale dei Castelli Romani.
La fondazione dell’antica Tusculum, nell’area dei Colli Albani, avviene in epoca pre – romana e diviene, anche per questo leggendaria. Essa infatti sarebbe sorta per volere di Telegono, figlio di Ulisse e della maga Circe, oppure grazie al re latino Silvio, a sua volta nipote di Silvio figlio di Enea. Questa seconda ipotesi di fondazione è riferita dallo storico Tito Livio, secondo il quale il re latino Silvio sarebbe stato il fondatore della maggior parte delle località più antiche del Latium.
Altri autori rifiutano questa idea e anticipano la data della fondazione della città di Tusculum almeno a trecento anni prima della guerra di Troia, ipotizzando quindi che i fondatori fossero Latini.
A conferma dell’origine esclusivamente latina della città di Tuscolo come di molte altre realtà oggi detta dei Colli Albani, è il fatto che molti dei miti di fondazione, tra cui anche quello della fondazione di Roma, nascono nel mondo romano ma si vanno a sovrapporre con miti albani.
Molti di questi miti poi sono legati al corso d’acqua che attraversa la città di Tuscolo, le cui sorgenti sono proprio presso l’acropoli della città.
Questo corso d’acqua è il più lungo e importante del Latium vetus,
probabilmente detto Albula, cioè che nasce dai Monti Albani, nell’età del bronzo. Esso viene, a partire dal VI secolo dopo Cristo, indicato dai Latini con il nome di Tuscus amnis, cioè di “fiume etrusco” perché andava a toccare e costituiva il confine di importanti territori, caduti poi sotto il controllo dei Tarquini, a loro volta di origine etrusca, tra cui Gabii e Collatia.
I due centri di Gabii e Collatia erano legati a Tuscolo proprio grazie a un’alleanza matrimoniale tra Ottavio Mamilio, che apparteneva alla gens Mamilia e vantava una discendenza diretta da Telegono, e la figlia del re Tarquinio il Superbo. Proprio per questo legame le tre popolazioni erano indicate con il nome di tusculamnes, ovvero tuscolani. In virtù di questa storia che ha solide basi archeologiche, la città di Tuscolo avrebbe ottenuto il suo nume, quindi, dal fiume che l’attraversa, e contiene nella sua radice la parola “tusci”, ovvero Etruschi.
I dati archeologici attestano che, sulla sommità della dorsale vulcanica del Tuscolo, già nell’età del rame c’erano degli insediamenti, e che un abitato vero e proprio sorse nell’età del ferro.
Nel 509 avanti Cristo a Roma maturò la cacciata di Tarquinio il Superbo, il quale chiese aiuto militare al genero Ottavio Mamilio, che glielo fornì attraverso la Lega Latina, di cui Tusculum faceva parte. L’esercito della Lega Latina si scontrò con quello dei Romani nei pressi del lago Regillo. Il lago non è stato identificato con certezza, esso potrebbe coincidere con il cratere Prata Porci sotto Monte Compatri, ed è comunque collocabile tra le attuali cittadine di Frascati e colonna.
La battaglia è una delle prime vittorie mitiche dei Romani e si svolse o nel 499 o nel 496 avanti Cristo. A questa battaglia parteciparono anche i Dioscuri in aiuto dei Romani. Alla fine della battaglia Ottavio Mamilio fu ucciso e i due popoli siglarono il foedus Cassianum, un accordo in cui veniva sancita la parità assoluta tra di essi, databile al 496 o al 493 avanti Cristo.
La forza di questo accordo si vide prima nel 460 avanti Cristo quando i Sabini capeggiati da Appio Erdonio occuparono il Campidoglio. In questa occasione solo Tuscolo, tra tutte le città latine, accorse in aiuto dei Romani. Così Roma fu liberata grazie alle forze congiunte di Lucio Mamilio e del console Publio Valerio Volusi Publicola. In questa occasione Lucio Mamilio ricevette la cittadinanza romana.
Nel 459 avanti Cristo fu la volta dei Romani ad accorrere in difesa di Tuscolo la cui rocca era stata occupata dagli Equi. Anche in questa occasione l’azione congiunta permise la liberazione della città di Tuscolo.
Altri importanti eventi legarono la storia di Tuscolo a quella di Roma, e la fine dell’importanza politica e militare di Tuscolo si ebbe a seguito della guerra civile tra Mario e Silla. Tuscolo infatti appoggiò Mario e a seguito della sconfitta di quest’ultimo nell’82 avanti Cristo, vide il suo territorio centuriato e assegnato ai veterani sillani.
Da questo momento in poi Tuscolo divenne una delle sedi prescelte dal
patriziato romano per i suoi soggiorni estivi. Così come ci viene riportato dal poeta Marziale qui sorsero, tra l’età repubblica e quella imperiale, i Tusculani recessus, cioè ville suburbane di rara bellezza e magnificenza, che resero l’ager Tusculanus la versione collinare del litorale partenopeo: ovvero un luogo di delizie e ristoro per il corpo e per l’anima.
Tra i diversi personaggi che qui ebbero la loro villa si possono ricordare Cicerone, che qui scrisse le Tusculanae disputationes, Asinio Pollione, Lucullo, sui resti della cui villa oggi sorge il centro della città di Frascati, Gaio Tutazio Catulo, Catone l’Uticense e altri.
L’inizio della decadenza di Tusculum coincise con la caduta dell’Impero romano. Così a partire dal 64 dopo Cristo sull’acropoli della città si insediò la famiglia dei conti di Tuscolo, che proprio a partire da queste alture governò l’intero territorio per almeno un secolo.
La tradizione vuole che l’evangelizzazione della città sia stata inizia proprio dai due apostoli Pietro e Paolo. La tradizione cristiana ha quindi una storia lunga, testimoniata anche dalla presenza di diversi siti di catacombe. Nel
1004 Gregorio I dei conti di Tuscolo accolse in maniera trionfale San Nilo da Rossano, il quale occupò il romitorio di Sant’Agnese che sorgeva sulle pendici del colle. A lui Gregorio I donò il terreno su cui oggi sorge l’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata.
Nel 1167 il territorio di Prata Porci, lo stesso che si ipotizza corrisponda a quello del lago Regillo, fu di nuovo testimone di un’altra battaglia che questa volta vide fronteggiarsi le milizie tedesche agli ordini di Federico Barbarossa e le truppe civiche romane. I tedeschi vennero ospitati dai cittadini di Tusculum e questo fu motivo sufficiente per i Romani, nel 1191 per punire la città radendola al suolo. Il territorio della città distrutta, e indicato con il nome di tenimentum tusculanum, fu donato al papa che lo distribuì tra diverse chiese e conventi di Roma e dintorni.
Gli scavi archeologici di Tusculum raccontano proprio le successioni storiche che qui si sono brevemente descritte: si riconosce quindi una fase pre -romana, una fase romana e una medievale.
I primi scavi archeologici della zona sono stati condotti nel 1806. A partire da queste data sono state realizzate numerosissime campagne di scavo, di cui undici condotte tra il 1994 e il 2005.
Dell’acropoli della città non resta oggi praticamente nulla. Essa è segnalata dalla presenza di un’alta croce. Secondo un’iscrizione risalente al I secolo avanti Cristo e ritrovata proprio durante la prima campagna di scavo sull’acropoli sorgevano almeno due templi: quello dedicato ai Dioscuri e quello dedicato a Iside.
Il culto dei Dioscuri era molto importante per la città di Tusculum, così come testimoniato anche da una moneta, l’aureo, databile al 43 – 44 avanti Cristo, che porta da un lato riprodotto il ritratto dei due Dioscuri e dall’altro una sorta di panorama della città di Tusculum.
Sull’acropoli sono numerose invece le testimonianze di epoca medievale. Ad esempio l’intero perimetro dell’acropoli è cinta da mura, in opera quadrata in tufo o in opera poligonale in selce. In questa cinta si aprivano quattro porte, di cui quella più importante era quella rivolta verso l’abitato che si trovava più in basso.
All’interno delle mura sorgevano numerosi edifici e si riconosce ancora l’andamento delle strade e le piazze. Si è anche potuto dedurre che l’asse viario più importante decorreva da Est a Ovest parallelamente alle mura: proprio lungo questa via erano stati eretti gli edifici più importanti. Di uno di questi resta una parte della facciata, e le sue dimensioni fanno ipotizzare che si tratti proprio del palazzo dei conti di Tuscolo.
Oggetto di ripetuti scavi è stata l’area in cui sorge il foro, che probabilmente nasce in epoca arcaica con funzione analoga a quella del Foro Boario a
Roma: ovvero come mercato. Nell’area è stata portata alla luce una cisterna che più probabilmente era una fontana monumentale. In età medio repubblicana il foro subirà una monumentalizzazione e successivamente, IV – V secolo avanti Cristo, la costruzione di altri edifici tra cui la Curia del senato tuscolano.
I lavori di costruzione e decorazione della piazza del Foro vanno avanti su un arco di tempo molto lungo, almeno fino al I secolo avanti Cristo. Vengono perciò innalzati diversi sacelli tra cui, come testimoniato da un’iscrizione rinvenuta in loco, quello dedicato a Ercole, la pavimentazione viene realizzata in basoli e oggi alcune zone appaiono decorate a mosaico.
Il teatro, che sfrutta le pendici dell’acropoli alle quali si appoggia, viene invece costruito in età tardo repubblicana, nel 75 avanti Cristo. Esso doveva avere grande importanza visto che la strada di accesso all’acropoli venne fatta passare sotto la cavea del teatro stesso. In questa maniera l’accesso all’acropoli avveniva attraverso una via coperta. All’inizio dell’età imperiale il teatro fu ingrandito, fino a poter ospitare oltre 2000 spettatori, e abbellito con statue.
A partire dal III secolo dopo Cristo l’area fu abbandonata e in epoca medievale utilizzata per la costruzione di civili abitazioni e cimiteri.
Fuori dalle mura della città sorge poi l’anfiteatro, lì dove c’è una piccola valle un tempo occupata da un bosco sacro. Anche se fu parzialmente scavato già nell’Ottocento sono poche le notizie che raccontano di questo edificio, a cominciare dalla sua costruzione che viene normalmente datata alla seconda metà del II secolo dopo Cristo. Dalle dimensioni si evince che esso poteva ospitare più di 3000 spettatori.
Roma, 2 settembre 2019
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