I romani salgono al Gianicolo soprattutto nei giorni di festa, per passeggiare lungo i viali alberati e godere del magnifico panorama. La collina che domina Trastevere ospita,
nel suo punto più alto, il monumento equestre a Giuseppe Garibaldi – realizzato da Emilio Gallori – e poco più in là quello dedicato alla sua compagna Anita, (opera dello scultore Mario Rutelli), la brasiliana che è stata la donna più famosa del Risorgimento italiano.
Questo luogo fu teatro, nel 1849, della difesa della Repubblica Romana contro i francesi chiamati da Pio IX. La Repubblica Romana era nata da poco al Palazzo della Cancelleria, quando, il 24 aprile, ottomila francesi guidati dal generale Oudinot sbarcarono a Civitavecchia. Dopo una prima sconfitta a Porta San Pancrazio, ricevuti i rinforzi di altri 36mila uomini, le truppe francesi sferrarono al Gianicolo, il 26 giugno, l’attacco decisivo. La collina fu espugnata dopo durissimi scontri. Ovunque c’erano cadaveri.
Eroi come Luciano Manara e Goffredo Mameli trovarono la morte proprio qui, lontani dalle loro città d’origine ma accomunati da quello spirito unitario comune a tutti gli eroi risorgimentali.Nel 1883, per ricordare quel momento del Risorgimento, lo Stato italiano e il Comune di Roma acquistarono parte del Gianicolo per realizzare il cosiddetto “Parco della Memoria”, con la volontà di ricordare tutti i protagonisti che presero parte alle lotte ottocentesche per la liberazione del territorio nazionale contro l’oppressore straniero. Nel corso della visita incontreremo Anita e Giuseppe Garibaldi, Carlo Pisacane, Colomba Antoniucci, unica donna oltre ad Anita ad essere ricordata in questo parco, padre Ugo Bassi, Luciano Manara, Nino Bixio e Goffredo Mameli, padre dell’inno nazionale. Ci sono anche quattro stranieri: l’inglese John Peard, il finlandese Herman Liikanen, l’ungherese Istvàn Türr, il bulgaro Petk Voivoda.
C’è anche il busto di Righetto, morto a 12 anni sotto Ponte Sisto buttandosi su una bomba per tentare di spegnere la miccia, e quello di Carlo Pisacane, rivoluzionario ucciso con altri trecento “giovani e forti” vicino Salerno. Poi Ciceruacchio e una donna, una sola, Colomba Antonietti, che per combattere si finse maschio e si tagliò i capelli. Morì a 22 anni.Durante il tour avremo modo di visitare anche un museo sconosciuto ai più ma molto significativo: il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina, presso porta San Pancrazio. Ultima tappa sarà l’ossario garibaldino che accoglie i resti degli eroi che decisero di sacrificare la loro vita per difendere la città di Roma in quel lontano 1849.
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