«Vuoi sfuggire ai nazisti? Rifugiati in Vaticano o vai al Quadraro»: così si diceva a Roma nei mesi terribili dell’occupazione. La fama ribelle di questo spicchio a sud-est della città veniva addirittura paragonata all’extraterritorialità vaticana.
Un episodio, soprattutto, ne spiega il carattere indomito: era il 10 aprile del 1944, quando un gruppo di tedeschi in divisa cominciò a provocare Giuseppe Albano, il celeberrimo Gobbo del Quarticciolo – una sorta di Robin Hood sottoproletario, un po’ rapinatore e un po’ partigiano – seduto ai tavoli dell’osteria “Da Giggetto” al Tuscolano insieme con i suoi amici. Lui non si fece pregare e sparò ai tre nazisti. Dopo questo episodio, il comando tedesco decise il rastrellamento del “Nido di vespe” (così era chiamato il Quadraro dal comandante della Gestapo a Roma Herbert Kappler) come rappresaglia. Così, il 17 aprile 1944 l’esercito tedesco entrò nel quartiere e arrestò più di 900 uomini di età compresa tra i 18 e i 60 anni, che furono deportati in Germania. Alla fine, solo la metà di questi fece ritorno a casa. Per questo il Quadraro è Medaglia d’oro al valor civile.
Passeggiare per le vie del Quadraro restituisce ancora oggi, in un quartiere ancora romanissimo sebbene multietnico, lo spirito di quella comunità che non accettò di farsi schiacciare dal nazifascismo. E permette anche di respirare, a ridosso di una strada così affollata e trafficata come la Tuscolana, una certa aria intima, di paese, che fa di questo quartiere quasi un’isola nell’arcipelago urbano
La visita che proponiamo sarà l’occasione di ricordare la storia del quartiere, ma anche di scoprire la straordinaria vitalità artistica di oggi, rappresentata innanzitutto dal M.U.R.o., il Museo di Urban Art di Roma: una selva di straordinari murales realizzati da artisti e tecnici che prestano gratuitamente il loro contributo a favore di un quartiere che vive quotidianamente immerso in un progetto di arte visiva che rispetta la sua identità e racconta la sua storia. M.U.R.o. è un progetto ampiamente condiviso e principalmente autoprodotto grazie ai contributi dei soci sostenitori e agli street art tour.
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