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  1. Passeggiate

    Via Giulia: l’utopia
    urbanistica di Giulio II

    I mille segreti di una strada unica al mondo

    Considerata tra le più belle strade del mondo, fu ideata dal Bramante nel 1508.

    L'Oratorio del Gonfalone

    L’Oratorio del Gonfalone

    Gli ordini erano arrivati dall’imperioso Giulio II della Rovere, il quale, mentre era impegnato nel disegno del consolidamento dello Stato pontificio, intendeva anche ristrutturare Roma secondo il piano urbanistico delineato dallo zio, papa Sisto IV della Rovere. La strada doveva infatti collegare il Ponte Sisto, di recente ricostruzione sulle antiche basi di epoca classica, all’Ospedale di Santo Spirito, anch’esso rinnovato da papa Sisto IV. continua…

  2. Via Giulia ed Oratorio del Gonfalone

  3. Ordini religiosi

    Mirabili disinganni

    Pittura e architettura dei Gesuiti a Roma

    Alla scoperta della cittadella dell’Ordine dei Gesuiti a Roma, una fucina di ingegno, abilità diplomatica, sapienza e sperimentazione artistica.

    Il corridoio affrescato da Andrea Pozzo

    Il corridoio affrescato da Andrea Pozzo

    E di grandi santi. Una cittadella abitata da uomini che, a partire dal XVI secolo, avrebbero raggiunto quasi ogni angolo della terra. Uno su tutti: Matteo Ricci in Cina.
    L’Ordine, fondato da Ignazio di Loyola nel XVI secolo, si dimostrò fedele interprete dei dettami imposti dalla Controriforma non solo da un punto di vista dottrinario ma anche iconografico: le chiese dei Gesuiti rappresentano infatti un’efficace panoramica della nuovo verbo pittorico e architettonico dettato dal Concilio di Trento.

    continua…

  4. Racconti d'autore - Ezio Raimondi

    Con gli occhi di Caravaggio

    Passione e realtà nel dialogo tra Longhi e il Gran Lombardo

    «Longhi ha un dialogo con Caravaggio fin dalla metà degli anni dieci, che va intensificandosi molto negli anni venti, con l’uscita dei Quesiti caravaggeschi, e tocca il suo apogeo negli anni cinquanta.

    Amerigo Bartoli, ritratto di Roberto Longhi

    Roberto Longhi ritratto da Amerigo Bartoli

    Per lui, Caravaggio era sempre stato il pittore della realtà percepita nella sua dimensione “feriale”, quella in cui il quotidiano si impone finalmente come cosa comune a ogni uomo; non è quindi da escludere che dopo il 1950, mentre in Italia si discuteva a più riprese il problema del realismo, anche a livello ideologico, Caravaggio consentisse al critico di parlare di un realismo diverso, dove ciò che contava era la profondità della percezione, la rappresentazione dell’aneddoto come fatto drammatico corrente.

    continua…