Nell’immaginario comune il quartiere dell’EUR è probabilmente l’esempio più evidente di architettura razionalista romana, e contemporaneamente l’immagine della forza politica e dell’innovazione che il fascismo volle dare di sé.
In realtà la storia dell’E42 – come fu ufficialmente denominato alla sua nascita il quartiere che sarebbe dovuto sorgere nel 1942 per ospitare l’Esposizione Universale anche in funzione celebrativa della marcia su Roma – di razionalista, dal punto di vista architettonico, ha molto poco. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, i lavori, in quella vasta area di aperta campagna, erano appena iniziati e non furono mai portati a termine, così come non sarà mai compiuto nella sua interezza il progetto originario riguardante l’intera area. I pochi edifici ultimati verranno requisiti da ufficiali e soldati nazisti durante l’occupazione di Roma, successivamente sostituiti dagli Alleati che arrivarono con la liberazione. Alcune aree edificate vennero invece occupate dai profughi giuliano – dalmati che all’inizio della guerra erano stati alloggiati dentro Cinecittà, e che all’atto della liberazione si trovarono privati anche di quell’unico riparo che erano stati gli studi cinematografici malamente separati.
Ancora occuparono alcuni edifici anche i tanti senza tetto romani che avevano perduto tutto a seguito dei bombardamenti alleati.
Alla fine degli anni quaranta le strutture dell’E42 sono già in gran parte fatiscenti, tanto che in molti ne proporranno l’abbattimento. Sarà Alcide de Gasperi, pare su suggerimento di Giulio Andreotti, a decidere nel 1951 la ripresa dei lavori e il completamento del progetto, con le necessarie modifiche. E’ così che l’E42 lascerà il passo al nuovo quartiere che, negli anni sessanta, assumerà ufficialmente il nome di E.U.R. (Esposizione Universale Roma) e poi quello attuale – seppure pochissimo conosciuto e ancor meno utilizzato dai romani – di Quartiere Europa.
Il nuovo progetto previde il restauro di quanto già costruito e fosse possibile restaurare, l’abbattimento delle strutture troppo degradate e soprattutto l’avvio di un’opera di riconversione avrebbe dovuto rispondere a diverse esigenze: attenuare il carattere “di regime” dell’EUR, renderlo più organico al resto della città e infine dar vita, almeno in certa misura, a un luogo di sperimentazione architettonico-urbanistica.
È in quest’ottica che nascono per esempio il Palazzo dell’ENI, il Palazzetto dello Sport progettato da Vitellozzi e Nervi, il Palazzo della Democrazia Cristiana di Saverio Muratori e la scelta di destinare vaste aree all’edilizia residenziale cambiando radicalmente il carattere e la fisionomia del quartiere.
Del progetto originario venne mantenuta la scelta di curare particolarmente il paesaggio e destinare ampi spazi al verde, così che l’EUR ancora oggi ha uno dei più estesi polmoni verdi della città. A completare la realizzazione delle aree verdi fu chiamato Raffaele de Vico, illustre paesaggista già voluto a tutti i costi dal direttore del progetto originario dell’E42, quel Marcello Piacentini che ebbe un così gran peso nell’architettura romana ufficiale del regime e che fu colui che impresse il carattere così fortemente monumentale al nuovo quartiere che molti avevano pensato razionalista.
Nonostante il carattere monumentale ed autocelebrativo, le architetture bianche in mezzo al nulla, chissà quanto ispirate dalle opere metafisiche di Giorgio de Chirico, entrarono molto presto nell’immaginario di artisti diversi, registi e non solo, tanto che ogni angolo del quartiere fu scelto, e ancora spesso lo è, come scenografia ideale di film e spot pubblicitari.
Probabilmente la prima scena girata all’E2/EUR è una scena di Roma città aperta di Roberto Rossellini, ma subito dopo lo seguiranno Luchino Visconti con Bellissima, Elio Petri con La decima vittima, Federico Fellini con Boccaccio ’70, solo per ricordarne alcuni di cui il Titus di Julie Taymor e La grande bellezza di Paolo Sorrentino sono gli esempi tra i più recenti.
La passeggiata si snoderà tra gli ampi viali dell’E42/EUR, e toccando alcune delle sue bianche architetture sarà l’occasione per raccontare il quartiere anche come set cinematografico, ma non solo. Il quartiere infatti nasconde anche tanta arte decorativa ed applicata: affreschi, mosaici, bassorilievi, mobili. La passeggiata sarà l’occasione anche per disvelare questo aspetto meno conosciuto dell’E42/EUR.
Roma, 18 febbraio 2018