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  1. Racconto

    La salamandra di San Luigi dei Francesi

    Alfredo Cattabiani

    In occasione della passeggiata serale dedicata al bestiario delle meraviglie, ovvero un racconto in cammino che comprende alcuni degli animali di pietra che vivono nelle strade e nelle piazze della città di Roma, pubblichiamo questo scritto tratto dal

    Nutrisco et extinguo – San Luigi de’ Francesi.

    volume di Alfredo Cattabiani “Simboli, miti e misteri di Roma” edito da Newton Compton.
    Sulla facciata di San Luigi dei Francesi due enormi salamandre, scolpite nel XVI secolo da Jean de Chenevières, eruttano lingue di fuoco. La prima, sulla sinistra, è accompagnata dal motto: «Nutrisco et extinguo», nutro e spengo; l’altra, sulla destra, da «Erit christianorum lumen in igne», sarà la luce dei cristiani nel fuoco.
    Sono imprese di Francesco I ovvero, come spiegava il Contile (Luca Contile, Cetona, 1505 – Pavia, 28 ottobre 1574 è stato un letterato, commediografo, poeta, storico, diplomatico e poligrafo italiano, ndr) componimenti di «figura e motto, rappresentando vertuoso e magnanimo disegno».

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  2. Romanzo

    Memorie di Adriano. Antinoo.

    Marguerite Yourcenar

    Il romanzo “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar, concepito tra il 1924 e il 1929, fu prima scritto in forma di dialogo, mai pubblicato, tra il 1934 e il 1937, e

    Marguerite Yourcenar

    solo nel 1948 prese la forma di lunga lettera che l’ormai anziano imperatore Adriano scrive al suo nipote adottivo Marco Aurelio. In questa forma il testo della Yourcernar fu pubblicato nel 1951. Nella lunga lettera l’imperatore riflette sulla sua vita, sulle sue imprese, i suoi amori, le sue scelte con una pacatezza caratteristica di chi, giunto alla fine della sua vita si sente anche pronto a lasciarla. Nonostante ciò dalle parole di Adriano emerge anche il suo sincero attaccamento all’esistenza, un elogio del desiderio di immortalità, il bisogno di affermare che l’amore, la felicità e la bellezza sono gli unici elementi che possono effettivamente garantire l’immortalità. Pubblichiamo uno stralcio del romanzo in cui Adriano parla di Antinoo, del suo amore per il giovinetto, la trasformazione di questi da bambino a giovane adulto e della sua scelta di uccidersi. Lo stralcio è tratto dall’edizione italiana Einaudi del 1963.

    Antinoo era greco: sono risalito, nelle memorie di quella famiglia antica e oscura,

    Adriano

    sino all’epoca dei primi coloni arcadi sulle sponde della Propontide. Ma l’Asia aveva prodotto su quel sangue un po’ acre l’effetto della goccia di miele che rende torbido e aromatico un vino puro. Ritrovavo in lui le superstizioni d’un discepolo d’Apollonio, il culto monarchico d’un suddito orientale del Gran Re. La sua presenza era straordinariamente silenziosa: m’ha seguito come un animale, o come un genio familiare. Aveva le infinite capacità di allegria e d’indolenza d’un cucciolo, la selvatichezza, la fiducia. Quel bel levriero,

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  3. Racconto giallo

    Un delitto leggermente sporco

    Shirubia Rippi

    Shirubia Rippi è lo pseudonimo di una ragazza che frequenta l’ultimo anno di scuola media, appassionata di racconti e romanzi gialli. Con piacere pubblichiamo questo suo primo racconto. 

    Nella mia piccola città era molto raro che qualcuno potesse commettere un omicidio, perché era un luogo molto tranquillo. Fino a quando arrivò l’estate.

    Maria Christie.

    Era una giornata come tutte, il cielo era sereno ed io ero nel mio ufficio a firmare dei documenti che mi aveva dato il capo qualche giorno prima.
    So che a voi sembrerà strano, ma sono una poliziotta. E i poliziotti, non riposano mai.
    Mentre stavo per finire di firmare i documenti, il telefono del mio ufficio cominciò a squillare. Alzai la cornetta e risposi.
    Al telefono c’era una donna, e si capiva dal suo modo di parlare che era spaventata per qualcosa. Mi disse, con la voce tremante, che suo marito era sdraiato per terra morto, e che teneva una pistola in mano.
    Dopo la chiamata andai dai miei colleghi per avvisarli dell’accaduto, uscimmo dalla Questura e in una quindicina di minuti arrivammo sulla scena del crimine.
    La vittima si trovava in cucina, sdraiata, con il sangue che fuoriusciva dalla tempia. La mano destra, coperta da un guanto bianco, teneva l’arma del delitto.

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  4. Racconto

    Massima sicurezza.

    Macariolita

    E’ davvero un grande piacere ricevere e pubblicare questo racconto breve di Macariolita, socia timidissima di Roma Felix. 

    Il percorso del tram che attraversa Roma in diagonale, da Ovest a Nord Est, riassume tutta la città. Trastevere, il Tevere a Ripa Grande, la Piramide Cestia.

    San Lorenzo.

    Il Circo Massimo, il Colosseo, Laterano. Porta Maggiore e la Tomba del Fornaio, San Lorenzo, il Cimitero del Verano. Policlinico, e poi i quartieri umbertini e i Parioli, fino al capolinea ombroso nei pressi di Villa Borghese.
    Il viaggio è lungo e lento, tranquillo per forza, su vetture più o meno nuove che ogni tanto si rompono comunque. I gradini da salire e da scendere non sono agevoli per tutti, eppure spesso si trova una mano che aiuta o una voce possente che grida al conducente di aspettare a ripartire.
    Torniamo al cimitero del Verano. All’imbocco della salita, sulla sinistra del piazzale, i binari svoltano e poi si snodano diritti lungo viale Regina Margherita. Qui la massima sicurezza possibile sta nel fissare lo sguardo sulle punte dei cipressi che fuoriescono dai muraglioni, dove tutto è già successo. Una fermata, poche centinaia di metri, e subito dopo l’Istituto Superiore di Sanità bisogna chiudere, o almeno socchiudere, gli occhi, perché sulla destra arriva l’oncologico Regina Elena e poco dopo, sulla sinistra, la clinica pediatrica del Policlinico Umberto I.
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