Capolavori architettonici al quartiere Flaminio

I Romani la chiamavano Prata Flaminia e per millenni quest’area pianeggiante è stata regolarmente sommersa dalle acque del fiume.

Palazzetto dello Sport di Nervi e Vitellozzi per l’Olimpiade del 1960

Poi, dopo l’unità d’Italia, dei diversi progetti elaborati per bonificare gli argini del Tevere prese vita quello che previde la costruzione dei Muraglioni e il territorio che si estende tra il Tevere stesso e le colline dei Parioli, da Porta del Popolo a Ponte Milvio, divenne edificabile.
Nonostante questa forma di bonifica del territorio, l’area rimase esclusa dalle trasformazioni di fine Ottocento che interessarono le zone urbane all’interno delle Mura Aureliane e che portarono alla luce gli eleganti quartieri come il Ludovisi e il Coppedè o i quartieri operai come il Testaccio.
I primi interventi significativi, in questa parte della città, risalgono invece all’inizio del Novecento e ne determinano la configurazione. Sono di questo periodo la costruzione del Poligono di Tiro nella zona del Demanio Militare della Farnesina, la costruzione, nel 1905, degli impianti della Società Automobili Roma che, nel corso della Prima Guerra Mondiale, diventeranno presidio militare e la realizzazione di alcune strutture destinate ad accogliere importanti avvenimenti e manifestazioni sportive in occasione dei festeggiamenti per la celebrazione del cinquantenario della nuova capitale, quali l’Ippodromo Parioli e lo Stadio Nazionale.
La vocazione sportiva rimarrà anche più avanti, nel corso del Novecento, con la realizzazione del Villaggio Olimpico per le Olimpiadi di Roma del 1960, dove si sono confrontati, tra il 1957 e il 1960, gli architetti: Vittorio Cafiero, Adalberto Maria Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti. L’Olimpiade sarà l’occasione perché nel quartiere arrivino alcune strutture sportive di grande impatto architettonico come il Palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi e Annibale Vitellozzi.

Villaggio Olimpico

Tra i diversi edifici realizzati per le Olimpiadi del 1960 va notato anche quello destinato ad opsitare la mensa degli atleti, oggi supermercato Carrefour e prima ancora sede dei Supermercati Romani, primo esempio di supermercato a Roma.
Accanto alla vocazione sportiva, a partire dal 1911, quando il quartiere Flaminio ospita i padiglioni dell’Esposizione Universale, si sviluppa anche la vocazione culturale. Tra le strutture permanenti realizzate per l’Esposizione Universale del 1911 è progettato e costruito da Cesare Bazzani l’edificio che ospiterà le collezioni d’arte nazionale e che andrà a costituire il primo nucleo della Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
Tra il 1919 e il 1920 arriva la Scuola Superiore di Architettura di Roma, ovvero il primo nucleo di quella che sarà la Facoltà di Architettura e a seguire gli edifici che diverranno sede delle Accademie culturali di molte nazioni straniere tra le quali quella d’Egitto e quella di Romania.
Non è possibile trascurare poi due interventi dell’Istituto Case Popolari: il complesso edilizio Flaminio I, realizzato solo in parte nel 1903 su progetto di Quadro Pirani e il Flaminio II, un complesso di tre isolati a corte costituito da 339 alloggi per la progettazione e la realizzazione, avvenuta nel 1909, di Mario De Renzi, Alessandro Limongelli, Giuseppe Wittinich e Tito Bruner, mentre i cancelli sono di Duilio Cambellotti.

MAXXI – Zaha Hadid

La trasformazione durante la Prima Guerra Mondiale in fabbrica d’armi, caserme e officine delle strutture costruite dalla Società Romana Automobili induce, successivamente, l’arrivo di altre caserme in Via Guido Reni, tra le quali quella che verrà trasformata nella sede del MAXXI e che vedrà uno degli interventi architettonici più interessanti di questi ultimi anni per mano di Zaha Hadid, accompagnato dalla realizzazione dell’Auditorium di Renzo Piano e dal Ponte della Musica Armando Trovajoli, progettato dallo studio Burò Happold di Londra e inaugurato il 31 maggio 2011.
Il Flaminio accoglie poi alcune “enclave” residenziali che ne costituiscono un’ulteriore sorpresa come le piccole case di Villa Riccio o la così detta Piccola Londra in Via Bernardo Celentano.
Non si possono poi non notare alcuni elementi artisti di rilievo quali la scultura, alta oltre 16 metri, di Mario Ceroli: Goal, collocata su viale Tiziano in occasione dei mondiali di calcio del 1990 e alcuni interventi di street art dell’artista romana Alice Pasquini che a lungo ha abitato nel quartiere.
Il Flaminio, quindi, si configura come luogo di sperimentazione architettonica e urbanistica, sia in tempi passati che in epoche più recenti. Sperimentazione architettonica e urbanistica che dovrebbe continuare con la realizzazione della città della Scienza.

Alice Pasquini

Per le caratteristiche fin qui descritte del quartiere Flaminio, nel corso di una bellissima passeggiata che si sviluppa in un percorso brevissimo si ha l’occasione, dunque, di guardare con occhi nuovi ad elementi del panorama urbano al quale ormai ci siamo assuefatti, tra i quali il Viadotto di Corso Francia previsto dal disegno urbano di Cafiero, Libera, Luccichenti e Monaco, premiato dall’Accademia dei Lincei, del quale Luigi Moretti rivendicò la paternità, anche se la struttura deve la sua eleganza a Pier Luigi Nervi.


Nessun commento

No comments yet.

RSS feed for comments on this post. TrackBack URL

Sorry, the comment form is closed at this time.