Racconti

Il Mandrione

I bambini dei baraccati nel ricordo di Pier Paolo Pasolini

Mandrione, acquedotto alessandrino con baracche

Le baracche addossate all’acquedotto Alessandrino negli anni cinquanta

«Ricordo che un giorno passando per il Mandrione in macchina con due miei amici bolognesi, angosciati a quella vista, c’erano, davanti ai loro tuguri, a ruzzare sul fango lurido, dei ragazzini, dai due ai quattro o cinque anni. Erano vestiti con degli stracci: uno addirittura con una pelliccetta trovata chissà dove come un piccolo selvaggio. Correvano qua e là, senza le regole di un giuoco qualsiasi: si muovevano, si agitavano come se fossero ciechi, in quei pochi metri quadrati dov’erano nati e dove erano sempre rimasti, senza conoscere altro del mondo se non la cassettina dove dormivano e i due palmi di melma dove giocavano. Vedendoci passare con la macchina, uno, un maschietto, ormai ben piantato malgrado i suoi due o tre anni di età,

Un'immagine della baraccopoli del Mandrione nel dopoguerra

Un’immagine della baraccopoli del Mandrione nel dopoguerra

si mise la manina sporca contro la bocca, e, di sua iniziativa tutto allegro e affettuoso ci mandò un bacetto…

La pura vitalità che è alla base di queste anime, vuoi dire mescolanza di male allo stato puro e di bene allo stato puro: violenza e bontà, malvagità e innocenza, malgrado tutto».

Pier Paolo Pasolini

(da «Vie Nuove», maggio 1958)

 

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Fai click qui per vedere “Il Mandrione: tracce di borgata”

 


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