Foro Romano, atto terzo. Dopo i due appuntamenti dedicati all’età arcaica, la visita proposta attraverserà il cuore monumentale dell’antica Roma
durante i secoli della Repubblica: dalla costruzione delle grandi basiliche consolari alla realizzazione del Comizio dove si decisero le sorti dello Stato. I templi, i portici, gli spettacoli, il grande piano monumentale cesariano e i lavori di Silla e Cesare.
Dall’età regia fino all’avvento dell’età medievale, la valle del Foro è stata teatro di eventi e sede di istituzioni di importanza tale da aver determinato a più riprese il corso storico della civiltà occidentale, e da aver influenzato in modo preponderante le basi politiche, giuridiche culturali e filosofiche del pensiero occidentale.
Nel 210 avanti Cristo Tito Livio racconta che nel corso della festa dei Quiquatri, una festività romana dedicata a Minerva, con consacrazione delle armi a Marte e celebrata il 19 marzo, cinque giorni dopo le idi di marzo, scoppiò un incendio intorno al Foro in più punti. Contemporaneamente vennero distrutte dal fuoco sette botteghe, in seguito sostituite da altre cinque e da nuove botteghe per gli argentari. Vennero poi aggrediti dal fuoco alcuni edifici privati, in quanto non vi erano in quell’area ancora le basiliche. Furono incendiate anche le
carceri, il mercato del pesce e l’atrio della Regia. Il tempio di Vesta venne a fatica salvato, grazie soprattutto a tredici schiavi, che furono subito dopo riscattati a spese pubbliche e liberati. L’incendio continuò notte e giorno e non vi fu alcun dubbio che non fosse stato doloso, considerando che il fuoco era stato appiccato contemporaneamente in più luoghi.
Di attività edilizia di una certa importanza al Foro si ebbe dopo la fine della Seconda Guerra Punica. Con le guerre contro gli Stati ellenistici Roma allarga il suo dominio anche al settore orientale del Mediterraneo, che diviene ormai un lago romano. Le necessità urbanistiche della capitale trovano evidente corrispondenza nell’intensa attività edilizia, che trasforma così in pochi decenni l’aspetto del Foro. Sorgono, nel II secolo avanti Cristo, ben quattro basiliche: Emilia, Porcia, Sempronia, Opimia, e vengono ricostruiti interamente i templi della Concordia e dei Castori, per ricordare solo i maggiori.
La Basilica Sempronia venne costruita dal censore Tiberio Gracco nel 169 avanti Cristo. Per poter costruire la basilica Tiberio Gracco dovette comprare la casa di Publio Cornelio Scipione Africano che sorgeva proprio in questo luogo. Scavi recenti condotti nei sotterranei della Basilica Giulia hanno permesso di identificare i resti di una ricca domus databile tra il III e il II secolo avanti Cristo. Gli studiosi ritengono quindi che i resti di questa domus possano essere quelli della domus di Scipione Africano di cui parla priorio Livio.
All’inizio del I secolo avanti Cristo, Silla regolarizzò lo sfondo verso il Campidoglio, fornendo alla piazza un fondale monumentale. Nello stesso tempo venne costruito il Tabularium, edificio destinato a ospitare gli archivi pubblici dello Stato: gli atti pubblici più importanti dell’antica Roma, dai decreti del Senato ai trattari di pace. Unica superstite delle basiliche repubblicane. la Basilica Emilia ci si presenta oggi nell’aspetto assunto in seguito ai numerosi restauri imperiali. Fondata dai censori del 179 avanti Cristo, M. Emilio Lepido e M. Fulvio Nobiliore – al secondo dei quali spetta in realtà la costruzione – essa prese in un primo tempo il nome di Basilica Fulvia. Dopo i restauri, dovuti a vari membri della gens Aemilia, essa avrebbe assunto il nome di Basilica Pauli. Secondo un’ipotesi recente, la sua costruzione sarebbe dovuta a Emilio Paolo nel corso della censura del 159 avanti Cristo La basilica non era altro che uno spazio coperto, destinato, nella cattiva stagione, a svolgere le funzioni che erano proprie del Foro: e quindi a ospitare i tribunali e tutte quelle attività economiche che in periodo più favorevole si svolgevano all’aperto. Il più ampio spazio possibile veniva coperto a mezzo di file di colonne e pilastri, destinati a sostenere la copertura, così che ne originava una serie di navate.
Le basiliche Porcia e Sempronia furono sostituite dalla Giulia, costruita per ordine di Cesare e terminata da Augusto. Inoltre sotto Cesare si ebbe un radicale spostamento della Curia Giulia, che al posto dell’antico rituale orientamento secondo i punti cardinali, venne orientata verso gli assi del contiguo Foro di Cesare. La Curia era una sorta di templum, era cioè di un’area ritualmente delimitata dagli auguri, e quindi orientata secondo i punti cardinali, come testimoniano, oltre agli scrittori antichi, i resti conservati. Deve il suo nome alle assemblee dei “curiati”, cioè dei cittadini ponderati in base al censo, che si svolgevano nel Comizio; qui si affacciava la prima curia di Roma, la Curia Hostilia, edificata secondo la leggenda da Tullo Ostilio, terzo re di Roma. Dopo essere stata danneggiata da un incendio nel 52 avanti Cristo venne restaurata. Ma come detto sopra, sarà Giulio Cesare a dare inizio ai lavori di realizzazione del Foro di Cesare che interessarono tutta quest’aerea: sia i Rostra che la Curia vennero costruiti in posizione più scenografica, con impianto più monumentale. L’edificio fu terminato da Augusto il 28 agosto del 29 avanti Cristo. Restaurata sotto Domiziano nel 94, venne rifatta di nuovo da Diocleziano, in seguito all’incendio del 283 durante il regno dell’imperatore Carino. Nella Curia si trovava anche l’altare della Vittoria.
Roma, 20 febbario 2019
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