Tornano "I giorni di Roma" ai Musei Capitolini

L’età dell’Angoscia

Grandezza e presagi di un Impero sull’orlo dell’abisso

mostra L'Età dell'Angoscia

Tritone

L’età dell’angoscia. Da Commodo a Diocleziano (180-305 d.C.) è il quarto appuntamento del ciclo di mostre «I giorni di Roma», e affronta il periodo più tormentato dell’Impero, ovvero il III secolo d.C., momento in cui ha inizio il collasso che travolgerà il mondo romano, cambiandone per sempre la fisionomia politica, religiosa e culturale, fino alla sua lenta dissoluzione circa 150 anni più tardi.

Se, in una visione tradizionale e ormai del tutto obsoleta, il III secolo segna ufficialmente l’esordio della decadenza, esso in realtà merita una lettura più appropriata, rivelandosi come uno dei periodi più intriganti e fecondi della storia di Roma, il momento in cui germogliano, proprio sulla spinta della crisi, i semi del cambiamento che si preannuncia. Oggi si tende a definire il III secolo come l’inizio dell’età tardoantica, restituendo finalmente a quest’epoca quella dignità storica che le è stata spesso negata.

Certo è un’età difficile, anzi difficilissima, in cui tutte le certezze raggiunte dai Romani sembrano crollare una ad una: i confini dell’impero sono labili e non più in grado di proteggere i territori dalle incursioni dei popoli barbarici, la crisi economica sempre più pesante, la svalutazione della moneta inarrestabile, mentre gli intrighi di palazzo rendono gli imperatori pedine nelle mani dei congiurati e dei pretoriani e la situazione politica è sempre più incerta. La religione tradizionale si svuota di significato e non è più capace di confortare i fedeli, con le sue divinità mute e lontane, arroccate sulle loro olimpiche dimore e insensibili alle preghiere degli uomini, sempre più soli.

È proprio questo scenario a fare da sfondo alle imprese di grandi imperatori (dai Severi ai Gordiani, da Aureliano a Diocleziano per citarne solo alcuni) che tentarono il tutto per tutto pur di salvare Roma, di preservarne le istituzioni, le tradizioni e la cultura.

La caccia al leone. Sarcofago del 250 ca. (particolare)

La caccia al leone. Sarcofago del 250 ca. (particolare)

La mostra è strutturata in sette sezioni, la prima delle quali illustra in modo esaustivo – attraverso una serie di preziosi ritratti – i protagonisti, ovvero gli imperatori del III secolo, di ognuno dei quali sarà interessante ricostruire la storia e le vicende familiari (molto importanti sono le potentissime imperatrici della dinastia dei Severi). Proprio questi volti, accanto a quelli di privati cittadini, ci comunicano un’ansia generalizzata, che esprime tutta la tensione di quest’epoca, in cui si cercano punti di riferimento diversi per costruire un mondo nuovo e un nuovo sistema di valori. La seconda sezione è dedicata all’esercito, uno dei grandi protagonisti del tempo, in grado di concentrare un potere enorme e di condizionare la scelta dell’imperatore; la terza è tutta per la città di Roma, dove si verificarono grandi cambiamenti urbanistici, primo fra tutti la creazione della nuova cinta muraria voluta da Aureliano.

La quarta sezione è incentrata sulla devozione e la spiritualità: è questo il momento in cui le religioni tradizionali vengono abbandonate e si assiste all’adesione sempre più massiccia al culto di divinità provenienti dall’Oriente, misteriose ed esoteriche, quali Iside, Cibele, Mitra, Sabazio e, oltre a queste, ovviamente il Cristo.

La quinta sezione ci permette di entrare nelle ricche dimore private e di curiosare fra i loro arredi sontuosi; la sesta ci conduce lontano dall’Urbe, fino alla provincia della Germania Superior, con i monumenti funerari (e la vita quotidiana in essi raffigurata) degli abitanti di Treviri, cittadina che proprio alla fine del III secolo inizia ad assumere un ruolo strategico fino a diventare una delle capitali dell’Impero.

Conclude la mostra la sezione riservata al culto dei morti e ai costumi funerari: sarcofagi, rilievi e pitture con una ricca presentazione di temi e soggetti, tratti dai repertori dei miti tradizionali e innovati secondo linguaggi e gusti ormai del tutto differenti.

Fai "click" qui per accedere alla galleria foto "L'età dell'angoscia"

Fai “click” qui per accedere alla galleria foto “L’età dell’angoscia”


Nessun commento

No comments yet.

RSS feed for comments on this post. TrackBack URL

Sorry, the comment form is closed at this time.