Non è solo un cimitero. Ma un pilastro dell’Urbe che custodisce la
memoria e ne fa un’opera d’arte, con i suoi lunghi viali silenziosi ombreggiati dagli alberi. Abitato da angeli piangenti e da volti che racchiudono storie. I destini della gente comune, accanto a giganti dell’arte, della letteratura e della Storia, quella grande.
Il Cimitero Monumentale del Verano è tutto questo. E non ha nulla da invidiare – salvo che per la cura e la manutenzione, ovviamente – ai cimiteri parigini di Père-Lachaise, Montparnasse, Montmartre.
Il Verano è luogo di sepoltura da venti secoli, almeno. A testimoniarlo l’esistenza di una necropoli romana, le cosiddette catacombe di Santa Ciriaca. Il nome gli deriva dall’antico campo dei Verani, gens senatoria della Repubblica romana. Qui fu sepolto il martire Lorenzo, la cui basilica, proprio a due passi dal cimitero, ospita le sue spoglie, insieme con quelle di Stefano, il primo martire della storia cristiana.
Fondato lungo la via consolare Tiburtina durante il regno napoleonico del 1805-1814, in ossequio all’editto di Saint Cloud del 1804 che imponeva le sepolture al di fuori le mura della città. Ricalcando, di fatto, l’antica legge romana che proibiva le sepolture all’interno del Pomerio, il sacro confine di Roma.
Il progetto fu affidato a Giuseppe Valadier tra il 1807 e il 1812. Consacrato nel 1835,i lavori proseguirono con i pontificati di Gregorio XVI e di Pio IX, sotto la direzione di Virginio Vespignani. L’edificazione del cimitero continuò anche dopo l’avvento di Roma capitale, 1870-1871, inglobando importanti appezzamenti come, ad esempio, villa Mancini sulla quale sorge l’area del Pincetto. L’ingresso principale a tre fornici reso imponente dalla presenza di quattro grandi statue che rappresentano la Meditazione, la Speranza, la Carità e il Silenzio, precede un ampio quadriportico, opera del Vespignani, completato nel 1880. L’attuale configurazione è successiva al bombardamento del quartiere San Lorenzo, 19 luglio 1943, in cui il Verano subì danni localizzati in tre aree: l’ingresso monumentale con il Quadriportico e il Pincetto, gli uffici della direzione e la zona davanti al Sacrario Militare. Esteso su un’area di 83 ettari circa, il Cimitero, con il suo patrimonio di opere d’arte, costituisce un museo all’aperto che non ha eguali per la quantità e la particolarità delle testimonianze: un inestimabile valore sotto il profilo storico-artistico e culturale. Una sorta di esposizione permanente di opere d’arte il cui stile va dal neoclassicismo al liberty. Sull’ingresso vegliano la Meditazione, la Speranza, la Carità e il Silenzio, quattro statue imponenti. Superato il quadriportico, il cui colonnato inquadra alcune tombe a parete e culmina nella chiesetta di Santa Maria della Misericordia, ci si trova immersi nella tranquillità delle cappelle e dei monumenti funebri. Proseguendo, ci si imbatte della
Scogliera del Monte: in questa affascinante area del Verano le lapidi si arrampicano su gradoni ricoperti di pietre che, in cima, ospitano delle cappelle. Bellissimi i ritratti realizzati da Filippo Severati nella seconda metà dell’Ottocento: all’epoca, opere di avanguardia realizzate con una tecnica particolare chiamata “smalto su lava”. In questa “città della memoria collettiva” di Roma, molti gli itinerari “a tema”: gli aspetti monumentali, quelli architettonico-urbanistici, le arti decorative e applicate, le memorie risorgimentali e della grande guerra, i letterati, i grandi del cinema e del teatro, i politici. Il pantheon dei nomi illustri è impressionante. Tra i letterati, ne citiamo solo alcuni: Sibilla Aleramo, Gioachino Belli, Trilussa, Massimo Bontempelli, Emilio Cecchi, Grazia Deledda, Natalia Ginzburg, Alberto Moravia, Elsa Morante, Gianni Rodari, Amelia Rosselli, Giuseppe Ungaretti, Elio Fiore. Tra i politici, patrioti, storici e intellettuali: Gaetano Tognetti Goffredo Mameli, Famiglia Garibaldi, Leonida Bissolati, Enrico Toti, Ernesto Nathan, Giorgio
Amendola, Ugo Trentin, Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Pietro Secchia, Giulio Andreotti, Armando Cossutta, Paolo Bufalini, Francesco Saverio Nitti, Lucio Colletti, Tullio De Mauro, Ugo Spirito, Giuseppe Di Vittorio, Leone Ginzburg, Nilde Iotti, Palmiro Togliatti, Luciano Lama, Ugo La Malfa, Ugo Longo.
Poi, gli artisti, gli architetti e gli storici: Giacomo Balla, Pietro Canonica, Cesare Pascarella, gli architetti Marcello e Pio Piacentini, Enrico Lattes, Enrico Prampolini, Ettore Roesler Franz, Alberto Savinio, Rodolfo Lanciani, Giovan Battista De’ Rossi.
Per il cinema, il teatro: Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Alida Valli, Roberto Rossellini, Francesco Rosi, Alessandro Blasetti, Nanni Loy, Luigi Zampa, Carlo Lizzani, Luigi Magni, Elio Petri, Gillo Pontecorvo, Eduardo, Peppino e Luigi De Filippo, Vittorio De Sica, Checco Durante, Fiorenzo Fiorentini, Rina Morelli, Paolo Stoppa, Mario Scaccia, Amedeo Nazzari, Carlo Pedersoli, Bud Spencer,, Ettore Petrolini. Infine, la musica e la televisione: Giuseppe Sinopoli, Nino Rota, Gabriella Ferri, Rino Gaetano, Mario Riva, Raimondo Vianello.
Roma, 6 maggio 2019