La mostra allestita presso i Mercati di Traiano, ripercorre attraverso l’esposizione di statue, ritratti, decorazioni architettoniche, calchi della Colonna Traiana, monete d’oro e d’argento, modelli in scala, rielaborazioni tridimensionali e filmati la storia della
costruzione dell’Impero di Traiano, che riuscì a tenere insieme popolazioni diverse che governate da uno Stato con leggi che ancora oggi sono alla base della giurisprudenza moderna.
La buona amministrazione, l’influenza anche di donne capaci, vere e proprie “first ladies” che ebbero ruoli centrali nella politica e nella tenuta dell’Impero, campagne di comunicazione e capacità di persuasione atte ad ottenere il consenso popolare attraverso opere di pubblica utilità, sono tra gli ingredienti che consentirono all’Impero di costituirsi e di tenersi insieme.
La mostra, che si apre con la morte di Traiano, avvenuta in Asia Minore, e, unico caso della storia romana, celebrata con trionfo nella capitale insieme alle sue gesta, è allestita proprio nello splendido complesso dei Mercati di Traiano oggetto qualche anno fa di una visita organizzata da Roma Felix.
Per questo motivo proponiamo nuovamente la scheda pubblicata in quell’occasione impreziosita dagli splendidi disegni di Pietro Valenti.
Non è sempre semplice datare la costruzione di un complesso monumentale grandioso e spettacolare come quello dell’area dei Mercati di Traiano,
oggi diventato polo museale per l’intera area dei Fori Imperiali. Dai bolli laterizi edili sappiamo che i mercati vennero costruiti durante il primo quarto del II secolo d.C., ma gli archeologi non escludono l’ipotesi che gli architetti di Traiano (tra i quali non pare ci fosse – contrariamente a quanto si è a lungo ritenuto – il maggior indiziato di firma, Apollodoro di Damasco) avessero ripreso un precedente progetto di Domiziano e l’avessero poi posto in essere ampliandolo e adattandolo alle nuove necessità. E a Traiano, l’imperatore degli alimenta, un sussidio gratuito di Stato per l’infanzia in difficoltà, stava particolarmente a cuore l’annona, ossia il rifornimento di derrate per il popolo dell’Urbe. Sulla stessa lunghezza d’onda va collocata la costruzione del porto di Fiumicino che lo stesso Traiano fece realizzare per destinarlo all’approvvigionamento quotidiano di merce e viveri freschi per la città eterna.
Prospiciente al complesso dei Mercati e diviso da un’ampia strada basolata, la via Biberatica – che i rilievi archeologici hanno attestato essere punteggiata di tabernae con ambienti abbastanza grandi – campeggia il Foro di Traiano, leggermente interrato rispetto al livello stradale di via dei Fori Imperiali. E poco discosta dai due monumenti, svetta la Colonna Traiana che racconta come un fumetto a sequenze continue le campagne militari daciche che termineranno nel 106 d.C. con la sconfitta del re Decebalo.
Di sera e con l’illuminazione dei fari architetturali studiata dal maestro della fotografia Vittorio Storaro a scolpire i laterizi, la vista è mozzafiato: i monconi del Foro sottostante vengono sormontati dal complesso a sei ordini sovrapposti dei Mercati, dando pienamente l’idea della monumentalità e al contempo della praticità del progetto. Sì, perché i Mercati traianei non erano affatto un centro commerciale ante litteram, ma anzitutto un nevralgico centro amministrativo per l’intera città del tempo, la quale interagiva, secondo il modello di efficienza amministrativa voluto applicare urbi et orbi dall’imperatore spagnolo, con la
polifunzionalità del Foro sottostante. L’architettura e i suoi migliori interpreti tradussero le idee in forme: i due emicicli di diversa grandezza posti a basamento del complesso mercantile, costruiti appositamente a esedra per puntellare il Quirinale sovrastante, donano aria e spazio agli uffici in cui si svolgeva la mercatura e si esercitava la buona amministrazione statale. E lì non si fa fatica ad immaginare l’eco antica di voci e di diversi dialetti e lingue. Quelle degli uomini dell’imperatore di allora e dei turisti stupefatti di oggi.
Roma, 16 novembre 2017
I disegni di questo articolo sono tratti da Una Vista Su Roma Nei Disegni Di Pietro Valenti, a cura di Marco Valenti.