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  1. Racconti

    La tomba di Pietro in Vaticano: una straordinaria vicenda

    di Pina Baglioni

    In previsione di una visita agli scavi della necropoli persistente sotto la Basilica di San Pietro e al sepolcro originario dell’apostolo Pietro, pubblichiamo l’avvincente storia della identificazione della tomba e dei resti di Pietro e dell’interpretazione dei graffiti lasciati da chi si recava a pregare sulla tomba.

    Dopo il martirio, avvenuto nell’anno 64 nei giardini di Nerone presso il Vaticano,

    La Crocifissione di san Pietro - Caravaggio

    La Crocifissione di san Pietro – Caravaggio

    l’apostolo Pietro era stato sepolto in un’umile tomba scavata nella nuda terra, presso un luogo che segnava il limite settentrionale dei medesimi giardini.
    Il primo accenno alla sepoltura del Principe degli Apostoli risale a un certo Gaio, diacono secondo quanto riportato da Eusebio da Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica.
    Eusebio riferisce che Gaio, durante il pontificato di Zefirino (199-217), era entrato in polemica con Proclo, un eretico montanista che, volendo sminuire l’importanza della Chiesa di Roma, ostentava la presenza in Asia Minore di importanti tombe d’età apostolica. «Io posso mostrarti i trofei degli apostoli (Pietro e Paolo)» aveva replicato Gaio. «Se vorrai recarti nel Vaticano o sulla via di Ostia, troverai i trofei di coloro che hanno fondato questa Chiesa».

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  2. Roma è un libro di storie

  3. Racconto

    Santa Maria Sopra Minerva: Dove gli artisti si incontrano

    di Giulia Traversi

    Con piacere pubblichiamo il testo di Giulia Traversi. 

    La chiesa di Santa Maria sopra Minerva, uno dei rari esempi di chiesa gotica sopravvissuti a Roma,

    Santa Maria Sopra Minerva - Facciata

    Santa Maria Sopra Minerva – Facciata

    meriterebbe più di una visita essendo, come altre chiese e edifici di Roma, un vero e proprio palinsesto in cui pittori, scultori e architetti di epoche lontane e diverse tra loro hanno lasciato opere uniche e di grande importanza storico-artistica.
    Il toponimo “Supra Minervam” suggerisce che il primo edificio cristiano, un oratorio affidato alle monache basiliane, fosse stato eretto sulle vestigia di un tempio dedicato alla dea Minerva che qui aveva l’attributo di Chalcidica ovvero “Portiera”. Un’altra ipotesi vorrebbe che il nome Portiera fosse in realtà riferito al vicino Poticus Divorum, un’area porticata eretta dall’imperatore Domiziano in onore di suo padre e di suo fratello e che quindi in realtà i ruderi su cui l’oratorio insisteva siano proprio quelli del Porticus domizianeo.
    L’oratorio poi, nel XI secolo divenne parte del complesso conventuale domenicano chiamato Insula Sapientiae e furono proprio i domenicani, grazie al patrocinio di Bonifacio VII, ad Iniziare nel 1280 la costruzione della vera e propria chiesa di notevoli dimensioni nello stile gotico dell’epoca.

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  4. Racconti

    Splendori e miserie delle cortigiane romane

    di Luca Volponi

    Luca Volponi ci racconta un mondo femminile poco conosciuto che Leandro Speduti ci aiuterà a conoscere in una delle nostre passeggiate serali di luglio.

    Un po’ geishe giapponesi e un po’ etère dell’Antica Grecia. La civiltà delle cortigiane nella Roma rinascimentale e nell’Italia frazionata del tempo, ben descritta dal Cortegiano

    Cortegiano - Baldassarre Castiglione

    Cortegiano – Baldassarre Castiglione

    di Baldassarre Castiglione, meriterebbe un voluminoso trattato di storia del costume e della società del Quattrocento e del Cinquecento.
    Donne di umilissime condizioni, spesso figlie di prostitute od orfane che venivano affidate a illustri uomini d’affari o nobili principi della Chiesa affinché si avviassero alla professione, le cortigiane romane, quelle chiamate senza troppe metafore le curiali, dettero vita ad un fenomeno storico di vita e di costume fatto persino di scuole che insegnavano alle giovani fanciulle l’arte di diventare donne ambite e desiderate. Erano colte al punto da saper comporre madrigali o sonetti, recitare e cantare in pubblico, discutere con chiunque di letteratura, di musica e di arti e fare dei propri salotti la fucina delle interminabili discussioni sulle estetiche rinascimentali. Ed erano altresì ricchissime poiché per la loro qualità umana, la loro astuzia e intelligenza si accaparrarono i favori di uomini potenti e abbienti a qualunque consorteria municipale essi appartenessero. Pochi uomini sapevano resistere al loro fascino e alle loro lusinghe.

    continua…