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  1. L’imperatore Augusto tra l’Ara Pacis e Fausto Delle Chiaie

    Dopo la sconfitta di Marco Antonio ad Azio nel 31 a.C., Augusto

    Augusto, imperatore

    Augusto, imperatore

    ritenne che il destino dell’umanità si fosse realizzato nella sue persona. Pianificò così la trasformazione di Roma; attraverso un sofisticato sistema di citazioni, elaborazioni e progetti architettonici l’imperatore espresse il suo essere unico signore del mondo e costruì la sua eternità attraverso il marmo, senza però che tutto ciò apparisse un eccesso. L’Ara Pacis Augustae, l’altare voluto dal Senato nel 13 a.C. per celebrare il ritorno dell’imperatore dalle campagne militari in Spagna e Gallia, divenne lo spazio privilegiato per esprimere il nuovo sentimento religioso e celebrare le imprese dell’imperatore.
    L’Ara Pacis Augustae è così uno dei più significativi monumenti dell’arte e la più compiuta espressione della pace garantita dal regime del primo imperatore di Roma.

    Res Gestae

    Res Gestae

    Augusto in persona nelle Res Gestae ci descrive l’altare costruito nell’area del Campo Marzio settentrionale, nell’immediate vicinanze di altri imponenti monumenti voluti dal princeps: l’Horologium e il Mausoleo. Strabone (V, 3, 8), geografo vissuto in età augustea, così descrisse come appariva il Campo Marzio in quel momento: “…l’ampiezza del piano è ammirevole e offre contemporaneamente, senza alcun impedimento, spazio per effettuare le corse dei carri e una serie di altre manifestazioni ippiche e insieme anche spazio per il gran numero di quelli che si esercitano con la palla, al cerchio e alla lotta. Inoltre le opere d’arte che stanno lì intorno, la terra che è coperta tutto l’anno d’erba, le corone di colli circostanti, che da sopra il fiume giungono fino alle sue rive presentando alla vista l’aspetto di una scenografia, rendono difficile distogliere lo sguardo altrove”.
    In occasione del Bimillenario della nascita di Augusto nel 1937, l’Ara Pacis, ridotta in frammenti portati

    Mausoleo di augusto

    Mausoleo di augusto

    alla luce a partire dai primi decenni del Cinquecento nei pressi della Basilica di San Lorenzo in Lucina, fu ricostruita ed esposta in piazza Augusto Imperatore, nel cuore di Roma. La stuttura, pensata per proteggere l’ara per durate il tempo delle celebrazioni augustee, ha custodito il monumento fino al 2000, quando è stata demolita per realizzare una controversa e voluminosa teca, progettata da Richard Meier.
    Dal passato abbiamo ereditato, in verità, diverse Arae Pacis: quella pensata dal Senato di Roma per celebrare il ritorno dell’imperatore dalla Gallia e dalla Spagna, quella realizzata secondo le indicazioni di Augusto, quella messa in salvo dall’imperatore Adriano e quella abbandonata nel Campo Marzio prima di sparire definitivamente alla vista degli antichi; poi ridotta in frammenti ricomparsi sul mercato antiquario nel Cinquecento, l’ Ara Pacis degli archeologi, e inoltre quella di Mussolini e poi ancora l’Ara vista e immaginata quotidianamente da ogni singolo visitatore o passante.
    La passeggiata vuole riscoprire la storia del monumento antico, le fasi della sua vita e delle sua ricostruzione attraverso uno dei significativi e suggestivi settori di Roma: il Campo Marzio. Partendo da piazza San Lorenzo in Lucina si giungerà al nuovo Museo dell’Ara Pacis, seguendo così il percorso che ha visto la nascita, la scomparsa e la ricostruzione del più importante monumento dell’arte augustea.
    La passeggiata però sarà anche l’occasione per incontrare e parlare con uno degli artisti di strada più eclettici ed ironici che Roma abbia mai avuto: Fausto Delle Chiaie.

    Fausto Delle Chiaie vicino alla sua opera "Lo chef consiglia: mezza porzione"

    Fausto Delle Chiaie vicino alla sua opera “Lo chef consiglia: mezza porzione”

    Delle Chiaie è il primo artista che a Roma dà vita ad un museo all’aperto, un museo di cui lui stesso è “il custode, il curatore, il trasportatore, l’allestitore, il fotografo, il pubblicitario, il direttore, l’opera stessa”, un museo tra l’Ara Pacis e il Mausoleo di Augusto che noi visiteremo e che ci permetterà di scoprire, se non ci è mai capitato prima, le sue opere nate dalla “robaccia”, sconcertanti per la loro semplicità, ma soprattutto per la loro arguzia.
    Un’arte che stimola e fa pensare come forse ormai raramente accade con l’arte contemporanea.
    La scelta del luogo non è casuale e potremo chiedere a Delle Chiaie qual è il suo rapporto con l’Ara Pacis con la Teca di Meier e il Mausoleo di Augusto.

  2. Recensioni

    Livia. Una biografia ritrovata.

    di Luca Volponi

    Luca Volponi recensisce, con competenza e accuratezza, il romanzo di Paolo Biondi.

    Croce e delizia di molti autori, il genere biografico prima o poi diventa l’arduo cimento col quale misurare

    Livia Drusilla

    Livia Drusilla

    anzitutto la propria capacità di raccontare senza lasciarsi coinvolgere, di riferire i fatti di una vita senza parzialità e di additare ad una esistenza correndo purtroppo il rischio di restarne ammaliati o, peggio, avviluppati. Per gli storiografi di professione è la sfida per rubare il mestiere ai romanzieri mentre per i narratori è l’occasione di provarsi nella difficile almeno quanto sublime arte dello scrivere di storia. In entrambi i casi, l’esperimento funziona se si è quanto più possibile neutrali rispetto al personaggio del quale ci si appresta a raccontare le vicende di vita, pubbliche o private che siano. Anche Paolo Biondi, che di mestiere è un abile notista politico, in questo “Livia. Una biografia ritrovata” edito in una veste tipografica elegantissima da Edizioni di Pagina (pp. 183, euro 15), affronta con destrezza entrambi i campi del romanzo biografico e della storiografia avendo per precipuo intento quello di restaurare il vero storico in maniera da riabilitare la memoria di Livia Drusilla, moglie del futuro Cesare Ottaviano Augusto, e di indagare sul peso della sua innegabile presenza nella transizione dalla repubblica dei triumvirati e delle guerre civili di Roma al principato e all’impero. continua…

  3. Il Pigneto tra sviluppo industriale e neorealismo

  4. Brani scelti

    Paolo Biondi racconta Livia

    Paolo Biondi ha pubblicato di recente una biografia di Livia per le Edizioni Di Pagina, disponibile anche in e-book. Lo stesso autore sceglie per Roma Felix due brani dal suo romanzo.

    La vita di Livia, moglie di Ottaviano Augusto, madre di Tiberio, nonna di Claudio, bisnonna di Caligola, IMG_2102.jpgtrisavola di Nerone, anima delle dinastia dei Cesari, signora di Roma per 67 anni: dal matrimonio con il successore di Giulio Cesare nel 38 avanti Cristo, fino alla morte avvenuta nel 29 dopo Cristo. Osteggiata dal figlio che lei impose come successore di Augusto. Denigrata da Tacito che ne raccontò l’epopea. Seppellita nell’oblio come è successo all’Ara Pacis, il monumento che ne celebrava i fasti, per secoli già nella Roma imperiale. La (vera?) storia della donna che pose le fondamenta dell’impero romano.

    In maniera esplicita si accusano qui direttamente gli storici che hanno voluto infangare la me­moria non solo di Livia ma, come si dice a un certo punto, delle “donne dei Cesari”, facendo diventare il nostro racconto non solo un’esaltazione della moglie di Augusto ma anche di tutte quelle donne che con lei hanno costituito la spina dorsale dell’i­nizio del principato romano: Ottavia, Antonia e Agrippina.