prima pagina

  1. Recensioni

    Livia. Una biografia ritrovata.

    di Luca Volponi

    Luca Volponi recensisce, con competenza e accuratezza, il romanzo di Paolo Biondi.

    Croce e delizia di molti autori, il genere biografico prima o poi diventa l’arduo cimento col quale misurare

    Livia Drusilla

    Livia Drusilla

    anzitutto la propria capacità di raccontare senza lasciarsi coinvolgere, di riferire i fatti di una vita senza parzialità e di additare ad una esistenza correndo purtroppo il rischio di restarne ammaliati o, peggio, avviluppati. Per gli storiografi di professione è la sfida per rubare il mestiere ai romanzieri mentre per i narratori è l’occasione di provarsi nella difficile almeno quanto sublime arte dello scrivere di storia. In entrambi i casi, l’esperimento funziona se si è quanto più possibile neutrali rispetto al personaggio del quale ci si appresta a raccontare le vicende di vita, pubbliche o private che siano. Anche Paolo Biondi, che di mestiere è un abile notista politico, in questo “Livia. Una biografia ritrovata” edito in una veste tipografica elegantissima da Edizioni di Pagina (pp. 183, euro 15), affronta con destrezza entrambi i campi del romanzo biografico e della storiografia avendo per precipuo intento quello di restaurare il vero storico in maniera da riabilitare la memoria di Livia Drusilla, moglie del futuro Cesare Ottaviano Augusto, e di indagare sul peso della sua innegabile presenza nella transizione dalla repubblica dei triumvirati e delle guerre civili di Roma al principato e all’impero. continua…

  2. Il Pigneto tra sviluppo industriale e neorealismo

  3. Brani scelti

    Paolo Biondi racconta Livia

    Paolo Biondi ha pubblicato di recente una biografia di Livia per le Edizioni Di Pagina, disponibile anche in e-book. Lo stesso autore sceglie per Roma Felix due brani dal suo romanzo.

    La vita di Livia, moglie di Ottaviano Augusto, madre di Tiberio, nonna di Claudio, bisnonna di Caligola, IMG_2102.jpgtrisavola di Nerone, anima delle dinastia dei Cesari, signora di Roma per 67 anni: dal matrimonio con il successore di Giulio Cesare nel 38 avanti Cristo, fino alla morte avvenuta nel 29 dopo Cristo. Osteggiata dal figlio che lei impose come successore di Augusto. Denigrata da Tacito che ne raccontò l’epopea. Seppellita nell’oblio come è successo all’Ara Pacis, il monumento che ne celebrava i fasti, per secoli già nella Roma imperiale. La (vera?) storia della donna che pose le fondamenta dell’impero romano.

    In maniera esplicita si accusano qui direttamente gli storici che hanno voluto infangare la me­moria non solo di Livia ma, come si dice a un certo punto, delle “donne dei Cesari”, facendo diventare il nostro racconto non solo un’esaltazione della moglie di Augusto ma anche di tutte quelle donne che con lei hanno costituito la spina dorsale dell’i­nizio del principato romano: Ottavia, Antonia e Agrippina.

     

  4. La Villa di Livia raccontata da Paolo Biondi

    È uno dei più bei siti archeologici della periferia romana, eppure è conosciuto quasi solo da pochi specialisti.

    Villa di Livia

    Villa di Livia

    Tutti conoscono la più bella statua dell’imperatore Augusto esistente, l’Augusto loricato conservato ai Musei Vaticani; tutti conoscono il magnifico giardino dipinto su quattro pareti, conservato al Museo nazionale romano di Palazzo Massimo, dal quale sono poi state copiate importantissime pitture romane e pompeiane. Pochi sanno che entrambi questi gioielli provengono dalla Villa Livia situata al nono miglio della via Flaminia, dove ora sorge Prima Porta.
    La Villa, caduta in disuso e sparita dalla memoria sul finire dell’impero romano, fu riscoperta nel 1863. In quell’anno fu prima dissotterrata la statua di Augusto e, qualche giorno dopo, l’ipogeo magnificamente affrescato e in uno stato di conservazione ottimo.

    Villa di Livia - affresco

    Villa di Livia – affresco

    Ci si accontentò delle scoperte e gli scavi furono inspiegabilmente sospesi. Il sito fu nuovamente dimenticato e solo nel secondo dopoguerra, dopo che i tedeschi avevano scelto quel magnifico sperone di tufo a picco sulla valle del Tevere alle porte nord di Roma come postazione strategica, e i bombardamenti danneggiato pesantemente il soffitto stuccato e gli affreschi dell’ipogeo che avevano resistito per millenni, si decise di staccare gli affreschi del ninfeo. Il sito subì poi ulteriori danni a seguito della decisione di costruirci sopra un parco pubblico, finché all’inizio degli anni Ottanta si ordinò finalmente di riprendere gli scavi che ebbero un impulso decisivo dopo il 2000.

    Oggi, grazie anche agli interventi compiuti lo scorso anno un po’ frettolosamente ma con intelligenza in occasione del bimillenario della morte di Augusto, la villa si presenta nella sua bellezza e preziosità, con pavimenti e affreschi ricchi e stupefacenti. È soprattutto una testimonianza viva e presente della sua padrona,

    Villa di Livia - Affresco

    Villa di Livia – Affresco

    quella Livia che fu moglie di Augusto e personaggio chiave dei passaggi di Roma dalla Repubblica all’Impero, moglie, madre, nonna, bisnonna e trisavola di tutti gli imperatori delle dinastia dei Cesari, co – fondatrice della Roma dominatrice del mondo e partecipe della nascita e dello sviluppo del principato augusteo.
    La villa, che Livia dovette ereditare dalla ricca famiglia della madre Alfidia, è testimonianza dei gusti della sua padrona, del suo amore per la cultura, per la natura, per la medicina. In essa era il famoso laureto cantato da poeti e storici romani dal quale venivano i rami di alloro che cinsero i Cesari nei loro trionfi. Riscoprirla oggi è conoscere uno dei luoghi più intimi e cruciali al cuore della Roma augustea.